Sellerio 2020

Autore: Marco Malvaldi

Nasce a Pisa nel 1974. È un chimico.
È autore di una serie di “gialli” che ha per protagonisti un gruppo di vecchietti e che ha avuto molto successo di pubblico.
Nel 2011 con “Odore di chiuso” vince il Premio Castiglioncello.
Negli anni seguenti pubblica vari altri romanzi:
“Milioni di milioni” nel 2012, “Argento vivo” nel 2013, “Buchi nella sabbia” nel 2015, “Negli occhi di chi guarda” nel 2017 e infine nel 2019 “ “Vento in scatola”.

 

Recensione di Chiara Sarasini

Marco Malvaldi (Pisa 1974) è chimico di professione. Esordisce come scrittore nel 2007 con un giallo pubblicato dalla casa editrice Sellerio, primo dei molti gialli che ruotano attorno ai vecchietti del BarLume. Il grande successo porta anche alla realizzazione di una serie televisiva. Nel 2011 scrive “Odore di chiuso” in cui Pellegrino Artusi compare, per la prima volta, come personaggio.

Con “Il borghese Pellegrino” siamo in Toscana nell’anno 1900. La particolarità del romanzo è proprio la presenza di Pellegrino Artusi tra i protagonisti, il ricco commerciante di Forlimpopoli già noto allora quale autore del volume di successo “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”, libro molto presente nel romanzo e fonte di spunti per l’intreccio narrativo. 

La location è un castello nel territorio di Siena, in val d’Orcia, un tempo residenza di conti, ma ora il proprietario è un borghese imprenditore ed i suoi ospiti internazionali sono assicuratori, banchieri, commercianti, senatori del Regno, controllori e garanti per scambi commerciali tra l’Italia e l’Impero Ottomano. Attorno a questi ospiti ricchi e altolocati, ruota la servitù che lavora al castello, piuttosto caratterizzata e raccontata con empatia.

Un personaggio “tira il calzino”, muore, ed arriva l’ispettore Saverio Maria Artistico, lo stesso che aveva risolto il caso del precedente romanzo.

La vicenda scorre via velocemente, con una certa godibilità da parte del lettore. Si percepisce che alcuni elementi del racconto sono storici, qualche curiosità viene soddisfatta in un capitolo finale che dà informazioni di contesto. All’interno dell’intreccio poliziesco c’è spazio per l’ironia, la notazione di costume, la svolta imprevista, l’approfondimento di caratteri. Talvolta la voce del narratore esce fuori dal quadro e si rende palese con commenti o vocaboli dei giorni nostri per cui, ad esempio, spunta un “Diabolik a dietapg 212 . Si, perché l’arte culinaria è molto presente, tanto da dare spazio all’attualissimo tema dello scambio culturale fra culture diverse, tanto da lasciare un forte segno nella conclusione del romanzo..  Piacevole lettura.

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Recensione di Silvia Focardi

Durante un fine settimana in un castello, azienda agricola, dove viene prodotta della carne in scatola destinata all’esportazione in Turchia, uno degli ospiti viene trovato morto.
La convinzione del professor Mantegazza, uno degli ospiti, che si tratti di omicidio, fa giungere al castello l’ispettore Saverio Maria Artistico.
Comincia così un’indagine in cui durante gli interrogatori vengono delineati con efficacia i personaggi.
Tra questi c’è Pellegrino Artusi che ha appena pubblicato il suo libro “Scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”.
La lettura è piacevole e la trama ben articolata.